In realtà no, se aumenta la parte di sanità in convenzione diminuisce il controllo da parte dei cittadini (se una regione gestisce gli ospedali a cazzo gli ospedali magari voto altri, le cliniche rispondono essenzialmente a contratti). E, dove hanno ospedali gestiti alla maniera semiprivati che sognano per l'ospedale ternano, pazienti e Asl sono incazzati come api e spennati (ma magari sono io che trovo tutti casi negativi).
Per le cliniche umbre parlano i risultati che sono stati postati sopra, non sembrano fenomeni.
Quindi spostare un territorio più nel privato, per me, non è "andare avanti". È semplicemente aprire un posto in più che, se si somma all'ospedale, sono posti di lavoro ed è sempre un posto in più in città.
Per il nazionale valgono discorsi più da massimi sistemi, ma pure lì non ho capito perché, avendo come limite la sanità americana e in generale i posti con molta sanità privata, devo considerarlo un "andare avanti". È spostarsi in un'altra direzione che a me personalmente non piace perché altrove, palesemente, ha fallito per quanto riguarda l'assistenza sostenibile al cittadino (che la sanità è causa di due terzi dei fallimenti personali in un paese è una roba da terzo mondo).
Anche gente non certo di sinistra si lamentava durante il covid che dovevano andare a finire dal privato a fare le cose, la risposta alla situazione è "ancora più privato" - così in momenti di crisi invece che un anno ne aspetti dieci per un intervento nel pubblico? Boh, a me non convince.
Poi, purtroppo noi abbiamo la sfiga che , non sapendo del covid e pensando di trovare una situazione tranquilla, ci hanno mandato un incapace come Coletto, però , insomma...